Un dialogo corporeo carico d'amore

All’esordio della vita le diverse esperienze di contatto, gli abbracci, le coccole, le carezze, le paroline, le ninne nanne, gli sguardi costituiscono lo sfondo da cui parte la propria storia personale. Nei primi mesi di vita, il piccolo ha bisogno di ritrovare le stesse sensazioni che provava quando era nel pancione, come essere contenuto all’interno di uno spazio ben delimitato e caldo, muoversi dentro dei confini e sentire dei ritmi come il battito cardiaco e il respiro della mamma. Questo avviene spontaneamente nella relazione affettiva con la madre e in particolare nel dialogo che si crea tra il corpo della mamma e quello del bambino.
Una vera e propria comunicazione. Ma come comunicano tra loro il corpo della mamma e quello del bambino?
Il neonato ed il bambino piccolo interagiscono attivamente e comunicano attraverso i movimenti del corpo, il sorriso, il pianto, lo sguardo, la tonalità della voce, la motricità e la posizione del corpo. Quindi utilizzano l'aspetto non verbale della comunicazione. In questo linguaggio corporeo il tono muscolare è la prima parola del bambino. Il tono è lo stato naturale dei muscoli del corpo che si può modificare in base alle sensazioni ed alle emozioni. Il neonato reagisce alle nuove sensazioni in modo automatico modificando il suo tono di base, che aumenta o diminuisce. È a questo punto che interviene la madre, cercando di interpretare e dare un significato ai vari comportamenti che osserva nel piccolo e gli da una risposta adeguata. Durante il contatto corporeo vengono scambiati dei contenuti emozionali ed affettivi tra neonato e adulto.

Ogni madre con il suo bambino svilupperà un dialogo unico e irripetibile, nel quale il piccolo riuscirà a trovare benessere, rilassamento e senso di unità. Dentro queste esperienze si strutturano le fondamenta della successiva comunicazione verbale. Queste prime relazioni corporee rimarranno, più o meno consciamente, alla base di ogni esperienza successiva tutte le volte che si cercherà la relazione attraverso il contatto corporeo, il sostegno, l’abbraccio, il guardarsi negli occhi.
La relazione madre-bambino è tuttavia collocata in un contesto sociale più vasto che influenza la relazione stessa ma non sempre in senso positivo e stimolante. Non so se qualcuno di voi ne ha fatto esperienza, ma spesso una madre si trova circondata (e a volte confusa!) da una molteplicità di consigli che le vengono dati e che le impediscono l'ascolto profondo del bisogno del proprio bambino.

Chi si occupa scientificamente di questa fase della vita del bambino, dall’osservazione del dialogo corporeo con la madre scorge i “modi” di fare ed essere del piccolo come la sensibilità alle stimolazioni, la capacità di risposta agli stimoli secondo l’età di sviluppo, lo stile motorio (attivo o passivo), le modalità per richiamare l’attenzione della madre. E al contempo può osservare i “modi” materni come il modificarsi e l’adattarsi al bambino, la frequenza dei contatti, le modalità di consolazione.
All’interno di un dialogo carico di amore le esperienze di dialogo corporeo, visivo, uditivo tra neonato e madre, i contatti e l’essere tenuto sono indispensabili per lo sviluppo armonico e il benessere. Il contatto corporeo gli fa percepire se stesso e gli altri e lo fa sentire amato. Sin dall'inizio il bambino percepisce e conosce il mondo attraverso la pelle: il modo in cui viene toccato e tenuto in braccio è all'inizio un'esperienza totale. La pelle protegge, contiene, limita e contemporaneamente permette il contatto con gli altri. Il contatto è la base di qualsiasi comunicazione, scambio, interazione e incontro vitale. Nel neonato questo bisogno di contatto è innato ed immediato. Stare a contatto con il bambino significa parlare il suo linguaggio, quello che comprende dal primo momento, il linguaggio del corpo, un dialogo d’amore che gli comunica sicurezza e attraverso cui stabilisce la prima relazione con l’esterno.
Ormai l’effetto benefico del contatto corporeo sui neonati è indiscusso e sempre più spesso si parla del massaggio, del contatto pelle a pelle o del metodo di portare in fascia il piccolo.

Cari genitori, il contatto tra voi e il vostro bambino ha un ruolo importantissimo nel legame che avete ed è fondamentale per la crescita fisica e per lo sviluppo psichico del piccolo. Anche i movimenti ritmici hanno un effetto positivo sul bambino: lo rilassano. Pensate all’azione del cullare dolcemente per favorire l’addormentamento. E poi il contatto con il corpo della mamma offre una stimolazione plurisensoriale, sente il suo calore, il suo battito cardiaco, la sua voce e le voci delle persone attorno, i rumori della quotidianità, vede da vicino il viso della mamma, sente odori ed il suo senso dell’equilibrio viene stimolato di continuo. In contatto corporeo si sente completamente al sicuro, anche in situazioni nuove, sconosciute e si può aprire un passo alla volta al mondo che lo circonda. Per il bambino stare a contatto con mamma e papà è un bisogno fisiologico primario, che va soddisfatto. Un neonato che piange quando perde il contatto ha una reazione del tutto naturale e cerca di comunicare il suo disagio e di richiamare l’attenzione verso di sé.
Per troppo tempo gli adulti e i genitori hanno creduto che dovevano esser solo i bambini a dover imparare a vivere. Cari genitori, non è così.
In realtà la nascita di un cucciolo d’uomo permette a mamma e papà di crescere in un dialogo d’amore prima con sé e poi con il proprio bambino.
Dott.ssa Maria Francesca Spatola
Neuropsicomotricista
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