
Alcuni genitori pensano che il proprio bambino sia “difficile” perché risulta difficoltoso negargli qualcosa e finiscono con il credere che tutti i tentativi di educare e comunicare con lui siano vani. Spesso sento questo genere di affermazioni: “È troppo viziato e prepotente!”, “Se gli dico no succede un finimondo, fino a quando non gli dico si!”, “Piange e non smette più se non ottiene ciò che vuole”, “Ha un bel caratterino, ci comanda a bacchetta e ancora non è nato!”.
Cari genitori, intanto, non bisogna cadere nell’errore di etichettare! Se ci pensiamo bene quando diciamo di un bambino che è “difficile”, o peggio ancora diciamo a lui di essere “monello”, “prepotente”, “nervosetto”, “comandante” o qualsiasi altro appellativo, stiamo dando a quel bambino una brutta etichetta! Come se ci fossero bambini giusti e bambini sbagliati, invece la nostra attenzione dovrebbe spostarsi sul comportamento messo in atto.

I genitori mi raccontano storie di bambini che rifiutano di ascoltare e se non vengono accontentati fanno scenate, diventano prepotenti e fanno di testa propria. Tale atteggiamento non soltanto si presenta a casa, ma anche in altri contesti, come a scuola per esempio. La differenza fondamentale è che mentre i genitori pur di farlo smettere lo assecondano, in altri posti i desideri del bambino non sempre si possono esaudire portando a un peggioramento del comportamento. Davanti a pianti, richieste, capricci, mamma e papà possono trovarsi spiazzati, e molte volte, pensando di far bene, concedono al figlio quello che vogliono.
Ma il non dire mai di no può avere diverse conseguenze negative per la sua crescita. Sicuramente è più piacevole esaudire i desideri del figlio, ma attenzione, va però capito come e quando soddisfarli. Far rispettare le regole è un compito arduo e faticoso del genitore, tuttavia necessario per educare il proprio bambino anche al benessere emotivo.
Allora riflettiamo insieme sul nostro modo di educare: ci renderà genitori più consapevoli!
Il bambino ritenuto “difficile” ha trovato il modo per prendere decisioni al posto di mamma e papà. Dall’altra parte, ogni genitore vuole far capire che esistono dei limiti da non oltrepassare e delle cose che si devono fare. Non è semplice.. allora bisogna cambiare qualcosa in questa relazione genitore-figlio.
Imporre dall’oggi al domani le regole non basta e non è positivo: c’è bisogno di recuperare un canale di comunicazione emotiva e affettiva.

È importante educare il proprio bambino al no per il suo bene, offrendo dei limiti chiari entro i quali può esprimersi ed essere riconosciuto per quello che è. È necessario, per noi genitori, imparare a dire no al momento giusto, in modo deciso e ad esprimerlo in modo positivo. Consiglio di assumere nei confronti del vostro bambino un comportamento di disponibilità, serenità e ascolto profondo in modo da creare un clima rassicurante e ricco di opportunità. Pertanto è fondamentale iniziare a dare regole, che siano certe, chiare e adeguate all’età, perché i bambini hanno la necessità di un contenimento che solo l’adulto può dare. Ricordiamoci sempre che i bambini ci osservano, osservano le nostre reazioni. Gli adulti sono il modello di riferimento da seguire e i comportamenti valgono più delle parole che possiamo dire! Sicuramente è importante avere con il proprio bambino un dialogo semplice ma ricco di contenuti emotivi, così comincerà a conoscersi e conoscere il mondo. Condividere momenti piacevoli genera benessere: giocate, divertitevi, scherzate, ridete tutti insieme e siate sempre autentici. Ci sono circostanze in cui il bambino può sentirsi sopraffatto da un’infinità di emozioni, anche negative, e solo i genitori possono offrire lo spazio rassicurante in cui esprimersi e sentirsi più sicuro.
È importante che mamma e papà siano assertivi con il bambino: potete dirgli no per una cosa, ma sì per un’altra. In questo modo saprà che non è un no contro di lui ma per una data cosa. Allo stesso modo, quando si comporta bene, ditegli quanto siete orgogliosi di lui: lo farà sentire bene con se stesso e acquistare sicurezza.

Esistono modi positivi per dire di no. Positivo è l’atteggiamento che assumiamo. Innanzitutto il genitore deve imparare a dire no e dare limiti senza farsi travolgere dalla rabbia e dal senso di impotenza. Con un atteggiamento tranquillo e senza alzare la voce, mettersi in ascolto profondo della richiesta del bambino, spiegare ciò che sta accadendo, che si comprende il suo desiderio ma che non lo si può assecondare, quali sono le motivazioni, dimostrandosi convinti e sicuri. Anche i piccolini potranno comprendere, magari non ciò che state dicendo, ma come lo state dicendo. Quindi, non siate troppo duri con il bambino, anzi siate accoglienti e comprensivi e dimostrategli che se gli negate qualcosa non è una tragedia.
Inoltre nel dire di no siate sempre coerenti. Una volta presa la vostra decisione, un “no” resta un “no”, anche se nel frattempo ci saranno scenate, non commettete l’errore di dirgli prima una cosa e poi un’altra.
Non abbiate paura del fatto che si possa incrinare il vostro rapporto, i limiti dati dal no possono essere vissuti come frustrazioni e far arrabbiare un bambino, ma hanno una indispensabile funzione contenitiva e regolatoria. La responsabilità di porre i limiti e di farli rispettare spetta proprio a noi genitori, sono atti d'amore esercitati per dare sicurezza e, credetemi, il bambino potrà sperimentarne il valore rassicurante e protettivo. Inoltre i bambini piano piano svilupperanno la tolleranza alla frustrazione di non poter avere sempre ciò che si vuole e di saper attendere se necessario. Non dire di no per la paura della reazione del bambino, significa non dare la possibilità al bambino di imparare a controllare le emozioni negative.
Non si tratta solo di far rispettare le regole o dire semplicemente no, ma di costruire nella relazione con il nostro bambino degli argini rassicuranti, come in un abbraccio, entro i quali crescere, sviluppare le proprie potenzialità ed essere bambini felici!
Dott.ssa Maria Francesca Spatola
Neuropsicomotricista
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Filippa Messina (lunedì, 14 gennaio 2019 22:22)
Sono rimasta felicemente colpita da questo articolo e da tutto questo progetto. Sono una maestra e vorrei dare il mio contributo aiutandovi nella diffusione tramite le chat whatsapp. Grazie per ciò che fate.